
L’etichetta neo folk è venuta in seguito, dal momento che ai tempi non sapevo nemmeno chi fossero Sol Invictus o Fire+Ice, ed ero sicuramente più ispirato dai cantautori italiani, dagli Ataraxia e da moltissima musica popolare dell’Emilia. Qualche mese dopo Carlo Baja Guarienti si unì al mio progetto, seguito nel 2002 da Stefano Romagnoli. Quest’anno quindi sono esattamente 15 anni di carriera, 5 lavori full lenght, diversi lavori a breve durata, collaborazioni prestigiose e alcuni riuscite apparizioni live. E questo, nel nostro piccolo, ci fa sentire estremamente orgogliosi del nostro percorso.
Direi che la musica proposta dagli Albireon è difficilmente etichettabile, di solito si annovera alla voce neo folk ma io ci sento molto ambient, noise, industrial e un’anima “rock decadente”, che ne dici?
Per prima cosa ribadisco che è un onore per noi essere accostati a realtà come Death In June o Current 93, ma quando registriamo la nostra musica non ci poniamo minimante il problema di come dovrebbe suonare un disco di Albireon. Quello che sentiamo diviene spontaneamente musica, parole e suoni, con un minimo intervento della nostra volontà. Abbiamo background piuttosto diversi, ma forse quello che più traspare in Albireon sono le mie radici folk e cantautorali, quelle ambient e industrial di Stefano e quelle neoclassiche e teatrali di Carlo. Alla fine, è qualcosa che deve suonare se non originale, almeno personale e sentito. Detestiamo invece quelle etichette e clichès che a volte vengono associati al neo folk: Albireon è una entità apolitica, non perché vogliamo essere ciechi verso il mondo che ci circonda, anzi teniamo gli occhi bene aperti, ma perché non ci interessa propagandare idee politiche o lasciar trasparire opinioni o partigianerie più o meno velate. Albireon è un diario intimo e subconscio di paure, sogni e speranze. Quindi niente maschere antigas o divise per noi!
I testi che scrivi sono molto particolari, mi piacerebbe sapere cosa ti spinge a scrivere un brano e sono curiosissimo di sapere da dove ha origine “Le Fiabe Dei Ragni Funamboli”.
Le Fiabe Dei Ragni Funamboli nasce da diversi ricordi d’infanzia, alcuni gioiosi e spensierati, altri inquietanti e paurosi, legati ad uno spazio fisico e temporale ben definito: una casa in cui ho vissuto alcuni anni in una piccola vallata dell’Appennino Tosco-Emiliano. Qui i ragni funamboli correvano liberi portando pensieri, sogni e inquietudini che hanno formato la mia personalità di bambino sensibile fino a farmi divenire l’uomo che sono ora. E se la casa non è più quella di prima e i ragni se ne sono andati, evidentemente le fiabe che mi hanno narrato sono sopravvissute. I testi nascono da soli, io non devo fare altro che riceverli e accettarli, senza aver paura di quello che hanno da dirmi. A volte, anni dopo, magari riesco anche a capirne il messaggio nascosto.
Dagli albori della band ad oggi come ti senti come musicista e compositore; c’è qualcosa che ha stravolto il tuo modo di concepire la musica?
Ho sempre desiderato comporre musica mia: già a 8 anni cercavo di produrre semplici melodie con uno xilofono, trascrivendole su un quadernetto per poterle ricordare. Ecco, non credo sia cambiato molto nella spontaneità della composizione, ma di certo l’esperienza mi ha portato a padroneggiare abbastanza bene gli strumenti che utilizzo ed ad espandere le mie possibilità espressive. Solo recentemente ho acquisito familiarità con alcuni software di elaborazione dei suoni che mi hanno portato a un nuovo modo di pensare e comporre musica, fatto questo senz’altro più evidente nei miei progetti The Blue Project ed Ekra in cui la chitarra acustica, che in Albireon è la base di tutti i brani, non compare nemmeno. Alla fine sono semplicemente un cantautore che “riceve” dal proprio subconscio musica e parole e che deve averne cura e rispetto.
Avendo quasi tutta la discografia della band, compilation incluse, non posso esimermi dal chiederti con quali musicisti che hanno partecipato con te nell’avventura Albireon, hai trovato più feeling e di tutte le bands con cui hai collaborato o delle quali hai reinterpreto dei brani quali sono quelle che tutt’ora meritano il tuo rispetto e il tuo supporto.
Intanto desidero ringraziarti per la tua dedizione verso la nostra musica. Per quanto riguarda Albireon, Carlo e Stefano sono stati e sono tutt’ora compagni di viaggio straordinari, per la capacità che hanno di completare le mie idee con gusto e sensibilità. Quando sul palco ci sono loro due io mi sento “completo” ed è una sensazione molto bella. Questo senza dimenticare l’apporto dato da mio fratello Lorenzo alle percussioni e da Massimo Romagnoli, che è l’autore di tutte le nostre copertine ed è quindi un membro effettivo del gruppo. Per il resto tutte le collaborazioni sviluppate in questi anni sono stati momenti di crescita artistica ed umana che ci hanno profondamente arricchito. Solo per citarne alcune: il brano (“Awakening Dance”) cantato per noi dal grande Ian Read su “Indaco ep”, il disco del 2010 “Mr. Nightbirtd Hates Blueberries” con guests come David E. Williams e Lloyd James dei Naevus, e l’amicizia e collaborazione che ci lega da tempo a Sonne Hagal, con il quale abbiamo pubblicato un raro split sul quale si può trovare la nostra reinterpretazione della loro “Eismhad”. Straordinariamente intensa è stato invece l’intesa artistica ed emotiva tra me e Maria Cristina Anzola, ex-The Bel Am, con cui ho avuto la fortuna di poter intraprendere un comune cammino artistico con The Blue Project: “Adrift” è il nostro disco di debutto appena uscito su Eibon ed in esso troverete una particolare forma di ethereal elettronico arricchito dalla voce meravigliosa di Maria Cristina.
5)Purtroppo non ho mai avuto il piacere di vedere gli Albireon dal vivo, immagino debba essere un’esperienza molto particolare. Tu come ti senti a suonare live? Cosa pretendi da un tuo concerto?
Il concerto è una esperienza forte per me ed è sempre qualcosa di catartico. Sul palco scompare tutto: i problemi, la stanchezza, le ansie e resta solo la voglia di esprimermi attraverso l’intensa emotività dei brani. Riuscire a stabilire il contatto con chi ti ascolta può non essere semplice, ma cerco di farlo lasciandomi andare alle sensazioni del palco, alle parole dei brani, alla nuova ed unica luce di cui le canzoni si rivestono ad ogni esecuzione. Per molti motivi, soprattutto logistici, abbiamo sempre scelto di suonare pochi concerti e in ambiti adatti come festival o serate dedicate a un genere musicale non certo mainstream. La data dell’anno scorso a Milano di supporto a Death In June e Die Weisse Rose, quella di Firenze del 2008 con Rome e Naevus e l’apertura del solo live italiano di Sonne Hagal nel 2005 a Modena sono sicuramente tra i concerti più riusciti, ma anche il Rise!Rise!Rise! Festival di Firenze con Verdiana Raw, Gargamella, Hautville e Caino o la serata con All My Faith Lost…a Ferrara nel 2007 sono ricordi indelebili.
Come si concilia la vita di un musicista con quella di lavoratore e soprattutto genitore? (A proposito Valentina è stupenda).
Grazie mille, ma devo ricambiare i complimenti! Guarda, dovrei dirti che conciliare gli impegni di famiglia e di lavoro con la proprio passione per la musica e l’arte sia tutt’altro che facile ma in realtà, dalla nascita della mia primogenita Maria Chiara nel 2008, sono usciti i miei lavori più importanti e conosciuti ed ho inoltre creato altri progetti in cui riversare salutari sfoghi creativi, per cui non posso far altro che concludere che le mie figlie non sono state né un ostacolo né un limite ma, al contrario, una iniezione di forza e di gioia di vivere. Naturalmente anche un po’ di sano buonsenso nell’organizzarsi e la volontà di portare a termine i propri progetti sono senz’altro d’aiuto!
Illustraci il prossimo futuro della band, uscite discografiche, video, live.
Ci sono moltissime cose che spero di realizzare nel corso del prossimo anno, come due 7” di Albireon decisamente speciali e il nuovo album di Ekra “A Shelter For Stolen Teddybears” che uscirà a Novembre su Looney-Tick Productions, ma il progetto più imminente è la pubblicazione del videoclip di “Nel Nido Dei Ragni Funamboli”, girato con il regista Roberto Bulgarelli nei giorni scorsi in una polverosa soffitta di una villa con qualche secolo di vita sulle spalle. A parte il film realizzato per “I Passi Di Liù” è la prima volta che realizziamo un video professionale e ci aspettiamo che possa offrire la giusta ambientazione visiva alla nostra musica. E poi, in un futuro lontano ma non troppo, prevedo anche che un nuovo Albireon inizierà a prendere forma, per ora dedicatevi anima e orecchie a “Le Fiabe Dei Ragni Funamboli”!
Eccoci ai saluti e grazie.
Grazie di cuore per la tua attenzione e la tua amicizia! Spero che qualcuno trovi in queste parole qualche motivo per accostarsi alla nostra musica e che possa sentire l’emotività e la passione con cui è concepita!
p.s. Albireon sostiene la bellezza e l’utilità del formato fisico della musica: non perdetevi nella nuvola!
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Albireon, garanzia di buona musica fatta col cuore e con tanto impegno profuso nell'arte che noi tutti più amiamo. Non necessariamente solo neofolk, qui si va oltre, ascoltare per credere, fatelo! di Lino Caserta
Innanzitutto Davide grazie per aver concesso quest’intervista al nostro blog. Gli Albireon non sono di certo dei novizi nell’ambito neo folk e dunque per chi segue la scena non ci sono bisogno di presentazioni; dato che però non tutti i nostri lettori sono avvezzi al genere mi sembra doveroso dar loro notizie storiche sulla band.
Grazie a voi per l’attenzione! Non è mai tempo sprecato ricordare chi siamo e da dove veniamo, ed è un esercizio che, fuor di metafora, dovremmo ricordarci di fare più spesso. Dunque la storia di Albireon inizia nell’Estate del 1998, dal mio desiderio di creare musica personale, austica e riflessiva e dalla mia voglia o dovrei dire dal bisogno) di dare una nuova forma alle mie idee musicali ed emotive e veicolarle attraverso qualcosa di più intimo rispetto alla precedente esperienza di band da cui provenivo.