
complementari di diverse band del nostro territorio.Dopo i primi live e dopo l’uscita del nostro primo lavoro (Mothernoia EP), abbiamo avuto cambi di line-up fino ad arrivare alla formazione attuale con la quale stiamo sperimentando e plasmando nuove sonorità nettamente più lontane rispetto alle dimensioni e alle atmosfere del disco omonimo, ma decisamente più personali e vicine rispetto alla nostra “evoluzione musicale” pur mantenendo la matrice e il concept che ci distingue.
La vostra proposta musicale risulta, a mio avviso, difficilmente etichettabile e vorrei sapere voi come la definireste e se ritenete le etichette necessarie o superflue.
Ci fa molto piacere essere “difficilmente etichettabili”, ma non perché proponiamo qualcosa di talmente innovativo da non essere classificabile, ma perché crediamo di appartenere a matrici totalmente variegate considerando che i nostri ascolti e i nostri playing non fanno riferimento (per fortuna) ad un solo genere o una sola categoria musicale. Questo si rispecchia quindi nel nostro modo di comporre e nelle nostre armonie che ci piace definire “dissonanti e melodiche”. Certo, abbiamo i nostri miti ed i nostri riferimenti, ma preferiamo seguirli solo superficialmente mantenendone soltanto l’essenza, lo spirito e non emularli in modo sterile risultando il surrogato di una tribute band. In sostanza le etichette ci piace utilizzarle per i retri delle nostre auto o per le custodie dei nostri strumenti.
Al vostro attivo avete per ora un EP, quanto lavoro è costato in termini di composizione ma anche quali sono stati i sacrifici (pure economici) sostenuti?
Il nostro primo EP ci è costato fatica e notti insonni, visto che le canzoni erano state composte anni prima mentre la nostra nuova dimensione si stava già evolvendo pian piano nelle nostre menti. Volevamo lasciare invariate le strutture e l’animo compositivo, ma intendevamo colorarlo lasciando uno spiraglio non proprio marcato sulla nostra nuova veste che all’epoca (il disco è stato registrato a metà 2012) era ancora un po’ acerba e incerta. In sostanza l’abbiamo registrato per “affetto” e per uno smodato bisogno di farlo, come se avessimo voluto avere tra le mani una polaroid, un’istantanea di un nostro momento particolare, un bisogno di esternare la nostra alienazione, all’epoca ancora un po’ indefinita, ma che emergerà e prenderà vita con contorni più marcati e più maturi nel nostro prossimo lavoro. Il Mothernoia EP ci ha dato una mano soprattutto per tracciare le linee di una nuova personalità, anche grazie al grande lavoro (soprattutto di pazienza) del nostro fonico e co-produttore Maddalena Bellini che con la sua saggezza ed immensa esperienza ci ha saputo indirizzare, modellare e consigliare al meglio e dobbiamo a lei gran parte del nostro cambiamento e della nostra evoluzione. Una citazione e un ringraziamento particolare va anche al nostro amico, nonché bassista dei Nameless Crime: Raffaele Lanzuise, che ci ha saputo completare in tempi di record visto che ha composto ed inciso le linee di basso del disco in poco tempo di distanza dall’uscita dal gruppo del nostro ex bassista, salvando le registrazioni.Concludendo, vediamo questo lavoro un po’ come quando vediamo una nostra foto subito prima di un taglio radicale di capelli: la nostra essenza rimane invariata, pur avendo un volto totalmente nuovo.
Puntate sull’esportazione della vostra proposta musicale?
C’è abbastanza spazio a vostro avviso per un gruppo musicale nel nostro Bel Paese?
Consideriamo la nostra proposta musicale un po’ “limitata” visto che abbiamo scelto (purtroppo o per fortuna) di comunicare e di comporre nella nostra lingua madre: lo consideriamo il mezzo più naturale e spontaneo di espressione, visto che in altre lingue ci risulta più meccanico e forzato. Siamo ben consapevoli del fatto che nella composizione dei testi l’italiano poco si sposa con le nostre armonie aventi metriche non proprio favorevoli, ma crediamo fortemente che sia il mezzo più diretto per smuovere animi e per coinvolgere chi ascolta e si identifica con noi tra i figli della “Madre Noia”. Per quello che riguarda lo spazio offerto ai gruppi musicali dal nostro Bel (?) Paese, tendiamo a non prendere una posizione netta sulla questione, dal momento in cui amiamo suonare senza pensare alle logiche produttive che dominano il mercato. Non stiamo parlando di un atteggiamento snobistico nei confronti di una questione con cui chiunque abbia voglia di emergere debba avere a che fare, semplicemente protendiamo a vivere in modo più artistico e creativo la musica consapevoli del fatto che la forza di un gruppo stia nel numero di persone che riesce a conquistare e che questo fattore non varia a seconda di una moda o una tendenza.
A voi le conclusioni.
In definitiva, siamo al lavoro sulla stesura e sulla composizione di nuove canzoni e nel frattempo, sempre per portare avanti e cercare di chiudere il cerchio dei Mothernoia versione 1.0.
In anteprima per Spacciatori Sonori possiamo dire che è in uscita prevista per dicembre il videoclip di “Overdose da Jennifer” tratto dal nostro EP, sotto la regia di Novella Troianiello.
Grazie ancora e complimenti per la vostra iniziativa.
Mothernoia:
Davide Fico: chitarra, voce principale.
Angelo Cicatiello: chitarra, voce secondaria, synth.
Giuseppe Moscato: batteria.
Carmine Saviano: basso.
Contatti:
http://www.facebook.com/mothernoia
http://www.soundcloud.com/mothernoia
http://mothernoia.bigcartel.com
http://www.youtube.com/mothernoia
( mothernoia EP -free download-: http://www.mediafire.com/?36ia04i7tvsna4r)
Vengono da Napoli, stanno lavorando alla stesura del secondo lavoro discografico e cantano in italiano della grande "Madre Noia". Scambiamo quattro chiacchiere con i Mothernoia
di Lino Caserta
Ciao ragazzi e benvenuti su Spacciatori Sonori. Inizierei con un po’ di tempi, passato, presente e futuro della band giusto per rinfrescarci le idee su cosa e di chi stiamo parlando.
(Angelo): Innanzitutto grazie a Spacciatori Sonori per il prezioso spazio che ci avete offerto.
I Mothernoia sono una band di Casalnuovo di Napoli (NA) che dal 2010 si muove (tra alti e bassi) nell’hinterland napoletano.Per ciò che riguarda le origini, prima che il gruppo si formasse, l’idea della “Madre Noia” come motrice di gesti estremi, era in embrione nella mia mente [Angelo] e in quella di Davide che, amici di infanzia, già dal 2004 siamo stati chitarre